lunedì 30 aprile 2012




SENTIRE LA MORTE


_ La sento mi avvolge
_ e' un'oscura nube, densa statica
_ l'energia da essa sgorga, il suo e' movimento, una danza che fluttua
_ mi prende mi stritola, in un dolce dolore; il gemito di mille anime si dimena, si 
   espande come gas nervino in corpi ebrei
_ il mio corpo e' impregnato, stramazzato per l'impeto
_ come accecato vuoto
_ e' come un tonfo interno che permea il vuoto e granitico orrore della morte

Katia Sopranzetti

domenica 29 aprile 2012

Ricordo di un'estate.
Di Maya Autelitano.

Il campanello squillò. Era già qui. Cinque minuti di anticipo, il solito entusiasta, ma ero comunque pronta.
Aprii la porta. Il tipo abbozzò un sorriso ed entrò sicuro di sé. - Ciao Greta, sei sempre bellissima.
Sorrisi a mia volta e lo accompagnai in camera da letto. - Solita tariffa?- feci si con la testa e lui posò il contante sul comodino. Lo presi e lo riposi al sicuro nel cassetto. Intanto si era spogliato. E mi sedetti sul letto per fare altrettanto.
- Le autoreggenti tienile per favore... sai che mi eccita di più.
Lasciai quelle e il resto lo tolsi.
- Se ti devi sciacquare, sbrigati!- gli dissi. Il tipo sorrise. - Ormai mi conosci proprio eh? - e andò in bagno, con solo i calzini.   
Mi sdraiai a pancia sotto ad aspettare. Sentivo l'acqua scorrere e il mio cuore battere. Dai, - mi dissi, - un attimo e sarà tutto finito.
L'uomo rientrò nella stanza e mi si mise accanto cominciando a toccarmi. La sua bocca era sul mio corpo e le sue mani frugavano ovunque. Cercai di pensare ad altro per reprimere il disgusto, del resto ormai ci ero abituata. Mi si mise vicino al viso e cominciai a succhiarlo. Sapevo benissimo cosa fare. Quando era pronto gli misi il profilattico e lui mi si sdraio addosso. Un attimo e lo sentii dentro di me. Chiusi gli occhi e lasciai fare stringendo il cuscino.
- Ti piace vero?
- Si... - risposi stringendo i denti. Pochi minuti ed ebbe finito sul mio viso. Mi pulii e gli passai alcune salviette. Seduta sul bordo del letto mi misi a fissare il pavimento in attesa. Il tipo si vesti e lo accompagnai alla porta. - Grazie, alla prossima. - disse uscendo. Annuii e la chiusi.  
Mi feci una breve doccia e mi sdraiai di nuovo sul letto. Accesi una sigaretta e cercai di rilassarmi fissando il soffitto. - Dove sei? - dissi in un sussurro. E i ricordi cominciarono a sfilarmi davanti agli occhi, in una breve rassegna veloce, finchè non mi fermai a uno in particolare.
Era una sera d'estate e eravamo sdraiate sul prato, abbracciate.
- Dai non guardarmi così... - disse lei.
- Come ti guardo? -
- Da innamorata...
- Ma io lo sono... e solo di te...
Mi baciò dolcemente le labbra, come solo lei sapeva fare.
- Non dimenticarmi, ok? 
- Come potrei... - e la baciai a mia volta. Fu l'ultima volta che la vidi. Un mese dopo un incidente d'auto se la portò via. 
- Valentina... - dissi soffiando piano il fumo, mentre una lacrima mi segnava il viso.
Il campanellò squillò. I ricordi svanirono, mentre tornavo al presente. Un altro cliente aspettava. 
Ho mantenuto la promessa, - dissi, - vedi, angelo mio?
E ancora una volta chiusi, in un angolo del mio cuore, il ricordo di un'estate che non avrei mai più dimenticato.



RABBIA

Era un giorno di quelli
quando la tensione crea e penetra nelle persone come una lastra incandescente
quasi irriconoscibile
l'animo brucia arde di rabbia
se solo si potesse visualizzare
liquiderebbe tutto
come una stella che esplode nello spazio e pervade muta l'equilibro precario
assoluto dell'universo

Katia Sopranzetti

venerdì 27 aprile 2012


LA CONDANNA

La morte e' dentro di me
buio solo buio
e' tempo di morire
la valle delle umanoidi ombre sorvola...
sorvola la mente dell'estraneità corporea
pura; innaturale inconsistenza
consapevole schiava dell'esistere
come irreale fusione di morti
giace statica immutabile
io ne faccio parte

Katia Sopranzetti

TEMPESTA

Il cielo nero
nel tetro sublime armonico odio
nella vasta e immensa gabbia
dimena la sua ira sovrastando ogni truculento e putrido smembramento di visceri
l'inquietudine perpetua nell'affondo
nella densa atmosfera pietrificata
il mar d'inverno lambe l'acida sponda segnando il passo all'unisono con la morte

Katia Sopranzetti