Oltre
il buio delle stelle.
“Il
problema non sarà quando noi andremo all'inferno... ma quando
l'inferno verrà da noi...” Korey Rivera.
Klatu
viaggiava attraverso la nube di detriti. La sua specie, conosciuta
come Nebulani, non esisteva più. Il suo pianeta, il bellissimo Miro,
in una galassia lontanissima di un altro universo, era ormai solo
polvere e gas nel cosmo. Pensieri cupi attraversavano la sua mente,
mentre sfiorava coi suoi tentacoli le connessioni neurali
dell'astronave. L'Entità innominabile, l'abominio figlio stesso
dell'essenza del male, signore dei più oscuri recessi dello spazio e
del tempo, era stato stupidamente risvegliato da lui e dai suoi
colleghi scienziati nebulani. Stolti e ciechi, guidati solo dalla
loro superbia, avevano creduto di poter usare il suo potere per
superare i loro limiti mortali, e avevano invece causato la
distruzione del loro mondo. L'entità si era rivelata
incontrollabile, la sua fame inarrestabile. Il suo nutrimento era la
pura essenza trascendente della materia e nulla e nessuno sembrava
essere in grado di fermarlo.
Klatu,
dilaniato dal rimorso e spinto dalla disperazione lo stava
inseguendo. Il suo aspetto, deforme, ricordava un cefalopode
corazzato con un proprio esoscheletro e dotato di tentacoli prensili.
La sua vita si era interrotta quel giorno. Ripensò per un attimo
alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua compagna. Ormai solo
polvere. Ormai solo un ricordo.
L'alieno,
singhiozzando, predispose l'enorme astronave, grande quanto un
continente terrestre, per viaggiare nell'iperspazio. Era stata ideata
per colonizzare nuovi mondi, nuove costellazioni, e ora era diventata
la sua casa. Unico essere vivente a bordo. L'ultimo della sua specie.
Chiusi
il libro. Il vetro della finestra rifletteva la mia immagine seduta...
...il resto del racconto se vi piace lo potete leggere sul sito lulu.com grazie a tutti i lettori che ci seguono qua sul nostro blog, un abbraccio cosmico.
Maya
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